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Esperienza dal Foundation

Pensieri sparsi lungo un percorso di formazione in Mindfulness Relazionale secondo il modello del Core Process

Al termine del percorso di “Training in Mindfulness della Relazione” abbiamo
invitato i partecipanti a darci un rimando in forma scritta della loro esperienza.
Abbiamo ricevuto parole profonde e toccanti, considerazioni originali ed esperienze
personali, sguardi sulla professione e sulla Mindfulness molto arricchenti. Vogliamo
condividere alcuni frammenti di queste riflessioni nutrienti:

Il Foundation per me è stato un viaggio intenso e potente che ha accompagnato un
anno difficile, quello della pandemia, un’immersione profonda in se stessi.

E’ cambiato il modo di guardare al mondo, a me stessa e alle persone di cui mi prendo cura. E’ aumentata la gentilezza e tolleranza.


Sono diventati preziosi i momenti, gli attimi. E’ bello gustarsi un’azione anche molto semplice, la sensazione è che il tempo e l’esperienza si allarghino.

E’ un po’ ciò che facciamo (o dovremmo fare) nel nostro lavoro… rendiamo dicibile l’indicibile, perché se il campo è sicuro possiamo confrontarci con meno timori con le nostre paure e le nostre ombre.


Il Foundation accompagna delicatamente per mano nei meandri del cuore, anche i
più profondi; è come immergersi in un laghetto, scegli tu se vuoi rimanere più in superficie o, prendendo un bel respiro, immergerti più in fondo.


Perché, sì, nel Foundation puoi sempre contare su qualcuno che ti può ascoltare senza giudizio, che ti può sostenere e può accompagnarti là dove tu vuoi andare.


E poi ci sono Gabriella e Massimo: costruttori e registi attenti a fare sì che il campo rimanga solido perché all’interno possano fluire liberamente le energie dei singoli e
del gruppo. (…) insegnano attraverso le esperienze condivise, mettendole “in
sicurezza” e rendendole condivisibili… e trasformative.

Il corso di Foundation per me è stato trasformativo. Se penso all’immagine
dell’albero (ormai molto radicata in me) capisco come questo percorso mi abbia
permesso di rendere più solide ed estese le mie radici. 

Oltre al mio radicamento alla terra, che caratterizza le mie origini familiari, al radicamento profondo alla mia famiglia attuale e agli amici importanti, oggi sento di aver intrecciato le mie radici personalmente e professionalmente con una comunità di colleghi/amici, persone di grande valore ed etica che ho conosciuto nel gruppo di Foundation.

Usando il linguaggio delle energie del cuore posso ricordare i momenti importanti di questo cammino personale e di gruppo: Metta come permesso ad amarmi ed essere felice, Karuna nel mio bisogno di esserci per gli altri e nel sentirli vicini a me,
Mudita nella gioia moltiplicata quando è condivisa (…) e Upeka, appunto nella forza del mio fusto, che ora sento stabile e solido.

Ho partecipato al Foundation più per individuare uno spazio personale, attraverso il
gruppo, che per raggiungere degli obiettivi professionali. È stato sorprendente constatare, alla fine del percorso, che lo spazio di lavoro su di me non solo aveva rinforzato delle risorse personali, ma aveva creato uno spazio interno in cui
custodire degli strumenti “incarnati” che si sono trasmessi naturalmente nel lavoro terapeutico, restituendo uno spazio qualitativamente diverso ai miei pazienti.


L’esperienza è stata profonda e intensa, nel lavoro è stato possibile percepire l’interconnessione con gli altri partecipanti e si sono creati legami solidi e genuini. Il
mio Foundation è durato a lungo, a causa delle interruzioni provocate dai lockdown generati dal CoVid, ma ho sentito questa peculiarità come una fortuna, perché mi sono sentita accompagnata nei momenti di difficoltà dell’ultimo periodo.

Ho introdotto nella pratica terapeutica una capacità osservativa più stabile e
profonda, ho imparato a dare maggiore spazio all’utente, promuovendo il naturale
processo esplorativo che avviene nelle sedute e che, grazie al sostegno e
all’accompagnamento tramite domande mirate, risulta infine trasformativo.


Un’esperienza tra le più importanti nel mio percorso personale e professionale, che
penso valga la pena di vivere.

Ogni formazione a cui ho preso parte nel mio percorso ha sempre lasciato in me
tracce e spunti di riflessione sia a livello personale che professionale (ammesso che
sia così semplice demarcare una linea tra i due piani). Per il Foundation questo è
stato per me ancor più reale e tangibile. O meglio ancor più sentito sulla mia pelle,
sul mio corpo.


E’ stata un’esperienza che mi ha arricchito tantissimo. Mi ha dato possibilità di evoluzione, scoperta e riscoperta di parti di me nuove o che tendevo a non sviluppare o accettare. Questo processo che è partito dentro di me e che sta continuando tuttora, in maniera inaspettata e spontanea si riflette nel mio lavoro e nel mio rapporto con i pazienti. 


Certamente attraverso il Foundation ho scoperto nuove pratiche, nuove tecniche e
nuovi spunti per praticare la Mindfulness, ma il potente processo trasformativo che
avviene negli incontri, nei periodi di attesa tra le giornate, nei momenti gruppali e in quelli più individuali è la cosa più arricchente che mi porto a casa.

Ogni tanto, quando meno me lo aspetto, mi ritorna questa immagine: mi ritrovo la
mattina… al semi buio, seduta nella sala. Qualcuno è già sistemato, altri, lievemente,
arriveranno… Massimo e Gabriella accendono le candele e preparano il campo.
Intanto si fa strada il giorno… e si compone il cerchio, l’energia comincia a fluire…
inizia la meditazione. E io sento l’energia e sento le radici che ci uniscono, è
un’esperienza forte, profonda, calda…

Il corso di Foundation per me è stato trasformativo. Se penso all’immagine
dell’albero (ormai molto radicata in me) capisco come questo percorso mi abbia
permesso di rendere più solide ed estese le mie radici. 

Oltre al mio radicamento alla terra, che caratterizza le mie origini familiari, al radicamento profondo alla mia famiglia attuale e agli amici importanti, oggi sento di aver intrecciato le mie radici personalmente e professionalmente con una comunità di colleghi/amici, persone di grande valore ed etica che ho conosciuto nel gruppo di Foundation.

Usando il linguaggio delle energie del cuore posso ricordare i momenti importanti di questo cammino personale e di gruppo: Metta come permesso ad amarmi ed essere felice, Karuna nel mio bisogno di esserci per gli altri e nel sentirli vicini a me,
Mudita nella gioia moltiplicata quando è condivisa (…) e Upeka, appunto nella forza del mio fusto, che ora sento stabile e solido.

Ho partecipato al Foundation più per individuare uno spazio personale, attraverso il
gruppo, che per raggiungere degli obiettivi professionali. È stato sorprendente constatare, alla fine del percorso, che lo spazio di lavoro su di me non solo aveva rinforzato delle risorse personali, ma aveva creato uno spazio interno in cui
custodire degli strumenti “incarnati” che si sono trasmessi naturalmente nel lavoro terapeutico, restituendo uno spazio qualitativamente diverso ai miei pazienti.


L’esperienza è stata profonda e intensa, nel lavoro è stato possibile percepire l’interconnessione con gli altri partecipanti e si sono creati legami solidi e genuini. Il
mio Foundation è durato a lungo, a causa delle interruzioni provocate dai lockdown generati dal CoVid, ma ho sentito questa peculiarità come una fortuna, perché mi sono sentita accompagnata nei momenti di difficoltà dell’ultimo periodo.

Ho introdotto nella pratica terapeutica una capacità osservativa più stabile e
profonda, ho imparato a dare maggiore spazio all’utente, promuovendo il naturale
processo esplorativo che avviene nelle sedute e che, grazie al sostegno e
all’accompagnamento tramite domande mirate, risulta infine trasformativo.


Un’esperienza tra le più importanti nel mio percorso personale e professionale, che
penso valga la pena di vivere.

Ogni formazione a cui ho preso parte nel mio percorso ha sempre lasciato in me
tracce e spunti di riflessione sia a livello personale che professionale (ammesso che
sia così semplice demarcare una linea tra i due piani). Per il Foundation questo è
stato per me ancor più reale e tangibile. O meglio ancor più sentito sulla mia pelle,
sul mio corpo.


E’ stata un’esperienza che mi ha arricchito tantissimo. Mi ha dato possibilità di evoluzione, scoperta e riscoperta di parti di me nuove o che tendevo a non sviluppare o accettare. Questo processo che è partito dentro di me e che sta continuando tuttora, in maniera inaspettata e spontanea si riflette nel mio lavoro e nel mio rapporto con i pazienti. 


Certamente attraverso il Foundation ho scoperto nuove pratiche, nuove tecniche e
nuovi spunti per praticare la Mindfulness, ma il potente processo trasformativo che
avviene negli incontri, nei periodi di attesa tra le giornate, nei momenti gruppali e in quelli più individuali è la cosa più arricchente che mi porto a casa.

Ogni tanto, quando meno me lo aspetto, mi ritorna questa immagine: mi ritrovo la
mattina… al semi buio, seduta nella sala. Qualcuno è già sistemato, altri, lievemente,
arriveranno… Massimo e Gabriella accendono le candele e preparano il campo.
Intanto si fa strada il giorno… e si compone il cerchio, l’energia comincia a fluire…
inizia la meditazione. E io sento l’energia e sento le radici che ci uniscono, è
un’esperienza forte, profonda, calda…

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