PROMOZIONE DEL BENESSERE

Siamo tutti alla ricerca di condizioni di benessere, di serenità, di equilibrio nella relazione con sé stessi, con gli altri, con il mondo. Parte del nostro lavoro si fonda sul desiderio di aiutare le persone a connettersi con quella condizione di calma , di pace e di benessere intrinseca nell’essere umano.     

L’essere umano per sua natura è portato a ricercare, ricostruire, ritrovare la strada che porta all’equilibrio a volte interrotto da situazioni traumatiche, da malattie, da problematici famigliari e sociali.

Attraverso la mindfulness è possibile promuovere il benessere sviluppando, sostenendo, rafforzando la capacità di prendersi cura di se stessi, dei propri bisogni delle proprie difficoltà.

Queste due capacità ci appartengono naturalmente e attraverso la pratica meditativa possiamo raffinarle, svilupparle, vivificarle, come quando si coltiva un seme e gli si danno le condizioni per crescere.

AMBITI DI INTERVENTO

 

La mindfulness è innanzitutto un aiuto concreto per imparare a gestire e superare gli stati di ansia e di panico, uno strumento facilmente utilizzabile per costruire quel ponte di sicurezza che possa essere di sostegno per attraversare i momenti sintomatologici disturbanti.

Possiamo notare che gli stati ansiosi e gli attacchi di panico sono caratterizzati da una condizione di forte insicurezza sulle proprie capacità di gestione delle condizioni di difficoltà e sensazioni disturbanti.

uno stato di Mindfulness vuol dire portare un’attenzione focalizzata, intenzionale e non giudicante, all’esperienza del momento presente, che permetta di fotografare e cogliere la propria esperienza ai vari livelli: sensazioni, emozioni, pensieri.

Quando sviluppiamo la capacità di sintonizzarci con il tempo presente costruiamo un senso di stabilità e sicurezza, che ci aiuta a guardare al mondo delle cose, delle relazioni, senza esserne travolti.

Addestrare la mente allo sviluppo della capacità di concentrazione è il primo passo per prendere in mano le redini della propria vita e delle proprie scelte, per togliere potere al pilota automatico che con i suoi automatismi guida le nostre azioni, per riprendere in mano “la regia” della propria vita ed imparare ad essere più consapevoli della qualità della relazione che si ha con se stessi e con gli altri.

Addestrarsi alla Mindfulness permette inoltre di apprendere l’abilità di auto-osservazione dell’esperienza, facilitando così la comprensione della relazione sottile che c’è tra il corpo, la mente e le emozioni.

Negli ultimi anni numerose ricerche hanno evidenziato l’efficacia clinica delle tecniche meditative di Mindfulness, sia nei confronti di patologie psichiche che di disturbi fisici, non necessariamente psicosomatici.

È stato rilevato che le pratiche di Mindfulness attivano nelle persone risposte adattive a possibili situazioni di difficoltà, di disagio o paura presenti ad esempio nei differenti disturbi di tipo ansioso e depressivo.

La pratica della consapevolezza offre uno strumento per interrompere il circolo vizioso che imprigiona l’esperienza in un mondo precostituito di ansia, paure, fobie, ossessioni, dipendenze e alimenta comportamenti di evitamento.

La volontà e la determinazione a volersi riappropriare della propria capacità di esperire il mondo, insieme alla pratica costante dei passi fondamentali per sviluppare lo stato di Mindfulness sono gli ingredienti fondamentali per iniziare a produrre un cambiamento.

È fondamentale ricordare che il primo passo da compiere è diventare maggiormente consapevoli della propria esperienza, per poter generare una risposta consapevole.

Alcuni interventi di mindfulness e Body Affective Mindfulness condotti da noi negli ultimi anni:

GRUPPI MINDFULNESS PER LA GESTIONE DEI DISTURBI DELL’UMORE E RIDUZIONE DELLO STRESS (ansia panico depressione rabbia)​

Lo stato ansioso e l’attacco di panico mettono in evidenza:

  • il bisogno di controllare la realtà in presenza di uno stato di insicurezza;
  • la paura di essere in contatto con la propria sofferenza e il tentativo di evitare o rimuovere ciò che crea dolore;
  • il bisogno fisiologico del corpo e della mente di attivare processi di guarigione, in conflitto con il tentativo di controllare e bloccare ogni possibile movimento e cambiamento; un controllo che spesso avviene attraverso la rigidità muscolare e il blocco di alcuni movimenti del corpo;
  • la ricerca di condizioni di sicurezza che spesso si raggiungono attraverso l’utilizzo del pilota automatico, di pensieri ripetitivi e la fissazione sul sintomo;
  • la convinzione ben radicata che solo i meccanismi di difesa finora utilizzati possono essere di aiuto e proteggere da stati di sofferenza e paura, (evitamento, controllo, attaccamento/dipendenza, comportamenti compulsivi ossessivi).

Ottimi sono stati i risultati con le persone che hanno potuto avvicinarsi alla Mindfulness negli incontri di gruppo.  Imparare ad ascoltare il corpo/sensazioni con i suoi messaggi e segnali, il cuore con le sue emozioni, la mente con il suo proliferare di pensieri ha permesso alle persone di comprendere le origini del proprio malessere e imparare a inviare a sé stessi uno sguardo di amorevole accudimento.

GRUPPI MINDFULNESS IN PATOLOGIE ORGANICHE AD ALTO CARICO EMOTIVO

Da diversi anni sono stati proposti gruppi di Mindfulness con persone affette da patologie organiche: sclerosi multipla, cardiopatie, patologie oncologiche.

L’obiettivo è quello di aiutare le persone a trovare un modo per prendersi cura di se stesse, del proprio corpo malato, delle proprie emozioni e paure generate dalla malattia, in alcuni casi con aspetti degenerativi.

La condizione patologica della malattia attiva nelle persone

  • un senso di impotenza verso la malattia e il proprio corpo malato;
  • la tendenza a delegare ad altri in particolare al medico la scelta della cura;
  • la non fiducia nelle proprie capacità e risorse e l’idea che solo il farmaco può risolvere ogni problema;
  • il senso di ineluttabilità che la condizione del malato, in particolare di fronte a malattie degenerative, genera nella mente delle persone.

Attraverso la Mindfulness le persone hanno potuto imparare ad attingere alle proprie risorse e abilità, pensare a se stessi non con il marchio della malattia ma come persone che hanno strumenti e capacità per costruire cura e benessere al di là della patologia fisica.   Acquisire maggiore fiducia in stessi e nella propria capacità di aiuto e di cura.

Attraverso le pratiche di Mindfulness le persone hanno potuto sperimentare una condizione di pace e di calma anche in condizione di dolore o di difficoltà fisica, disidentificandosi dal marchio di un corpo malato.

La ricerca con Pazienti con sclerosi multipla e depressione ha evidenziato il valore di questo prezioso approccio.

MINDFULNESS E DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

In questo ultimo anno è stato possibile sperimentare la pratica della Mindfulness con persone con problematiche legate al cibo: dipendenze, abbuffate, bulimia nervosa, anoressia.

Dietro a questi disturbi sono spesso presenti nelle persone difficoltà:

  • a gestire le proprie emozioni, le proprie sensazioni;
  • a gestire i propri insuccessi e a volte anche i propri successi;
  • a staccarsi dal potere affettivo e di cura del cibo nella gestione dei momenti ad alto carico emotivo;
  • ad andare oltre la visione del cibo come una stampella che aiuta ad affrontare le situazioni disturbanti e difficili della vita, in particolare nell’ambito relazionale. Spesso attraverso il cibo la persona ha l’illusione di prendersi cura di se stesso e di attenuare l’onda travolgente delle emozioni;
  • a trovare altre strategie comportamentali.  La soluzione al ricorso al cibo diventa il problema oltre a essere un’abitudine non salutare per far fronte alle ondate emotive e alle sensazioni e difficoltà relazionali che la vita mette sulla propria strada;
  • ad attribuire al cibo la valenza di essere un nemico, un pericolo da cui proteggersi anche attraverso la rinuncia.

Attraverso il percorso di gruppo di Mindfulness le persone hanno potuto acquisire la capacità di accedere ad uno stato di calma e di sicurezza da cui guardare alle emozioni, alle sensazioni, ai pensieri disturbanti e alle difficoltà legate al mondo delle relazioni. Le persone hanno imparato a creare un confine di protezione acquisendo il potere di scegliere la propria risposta alla situazione.

Staccare la spina dal pilota automatico, che attiva i comportamenti di dipendenza legati al cibo, ha permesso alle persone di prendere in mano le redini della propria vita e delle proprie reazioni alle situazioni del quotidiano, inoltre ha restituito potere, forza e fiducia in se stessi permettendo di riconoscere le proprie risorse e abilità spesso nascoste da abitudine non salutari.

Un altro elemento importante è stato poter iniziare a relazionarsi al cibo come un oggetto meraviglioso da esplorare e conoscere attraverso i 5 sensi. Restituendo a questo meraviglioso regalo della natura il suo valore e la sua bellezza.

MINDFULNESS E GENITORIALITA’

Prendersi cura dei genitori nel loro difficile compito di educare, crescere, accudire è stato un desiderio forte che ho sperimentato prima con gruppi di aiuto e sostegno alla genitorialità poi ora con un progetto di aiuto e sostegno a genitori che si trovano a vivere la difficile esperienza di avere un figlio autistico e/o un figlio con gravi problemi psicologici, comportamentali.

L’esperienza di gruppi di Mindfulness per genitori ha messo in luce il valore di questo approccio nel sostenere, aiutare, curare il cuore addolorato e ferito da relazioni spesso difficili.

Lavorare con le pratiche Mindfulness in gruppo ha creato una forte connessione tra i partecipanti aiutandoli ad uscire dallo sguardo giudicante e colpevolizzante con cui spesso devono fare i conti.

Imparare a prendersi cura di se stessi, delle proprie emozioni, sentimenti a volte di paura, di rabbia, di tristezza, di angoscia è stato molto importante sia per se stessi che per la relazione difficile coi propri figli.